Scintilla: Vecchia finestra

Ricordo le finestre della casa di mia nonna. Viveva al quarto piano di un vecchio palazzo e io da bambino passavo lunghe ore a guardare il mondo dall’alto, con le mani appoggiate sul vetro. Erano lastre vecchie, delle case un po’ antiche, così sottili che sembrava potessero rompersi da un momento all’altro. Quando passava il treno, vibravano come la pelle trasparente di un tamburo; quando pioveva, sembrava di poter toccare le gocce che battevano a un millimetro dalle linee delle mani. L’acqua rendeva il vetro freddo, vivo di suoni, e se c’era un po’ di vapore nell’aria si copriva di condensa. Capitava a volte che a un certo punto non si vedesse più niente. Si poteva solo ascoltare il caotico e gentile bussare della pioggia mentre lentamente s’insinuava tra gli infissi.

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